Ametista di Luna by Morgana D. Baroque

Ametista di Luna by Morgana D. Baroque

autore:Morgana D. Baroque [Baroque, Morgana D.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9781511838146
Amazon: 1511838140
editore: CreateSpace Independent Publishing Platform
pubblicato: 2015-11-12T00:00:00+00:00


13- Gli arabeschi del destino

Sibylle arriva alla villa di Amelie, e Thomas, il maggiordomo la conduce ad uno dei giardini posteriori, dove Amelie e Titouan stanno prendendo il tè. Naturalmente Sibylle vede solo Amelie. L’anziana donna è vestita con un magnifico abito di tulle rosse, così vaporoso e largo da sembrare una di quelle bambole vistose che si mettono sopra i letti. La donna ha anche dei ciuffi rossi tra i capelli, ma il suo trucco è leggero, quasi assente.

«La mia Sibylline!» esclama Amelie andandole incontro e abbracciandola forte.

«Amelie, sei splendida.» dice Sibylle sincera.

Titouan – seduto al tavolino di ferro battuto – scuote la testa a quelle parole.

«Splendida? Sembra un addobbo di Natale!» commenta lo spirito.

«Vieni a sedevti, cava.» dice Amelie ignorando il fratello.

Una volta che lei e Sibylle si sono accomodate, Amelie le versa del tè in una tazza.

«Ti ho fatta venive pevché devo divti una cosa, Sibylline, una cosa impovtante.» dice Amelie con voce incerta. E Sibylle nota che anche le sue mani sono leggermente tremolanti.

«Amelie, tutto bene? Sembri agitata? È successo qualcosa?» chiede Sibylle.

Amelie posa il tè e sorride.

«Sì. È successo qualcosa, tventuno anni fa. È tempo che tu conosca la vevità, piccola mia.» afferma Amelie.

«Ti ascolto.» dice Sibylle sorseggiando dalla tazza di tè.

«Io sono tua madve, Sibylle.» dice Amelie con naturalezza disarmante.

Sibylle si ferma dal bere e poi comincia a tossire forte, bagnandosi l’abito.

«Ma si può essere più cretine!?» esclama Titouan. «Hai atteso più di trent’anni per dirle che sei sua madre e quasi la strozzi! Ma poi si può dire una cosa simile con quella leggerezza!? Tu sei tutta matta!» conclude Titouan allargando le braccia.

Amelie va a dare dei colpi sulla schiena di Sibylle, guardandola preoccupata.

«Tutto bene, Sibylline?» chiede Amelie.

«Cosa!?» grida Sibylle alzandosi in piedi.

«Ho chiesto: tutto bene, Sibylline?» ripete Amelie.

«No, intendo dire, come sarebbe a dire che sei mia madre!» esclama Sibylle.

«“Tutto bene, Sibylline”.» ripete Titouan incredulo, sconcertato dall’atteggiamento della sorella.

«Pvego, siediti, mia cava.» dice Amelie.

«No, che non mi siedo! Amelie, cosa succede?» chiede Sibylle sconvolta.

Amelie sospira forte e si mette seduta, cominciando a spiegare.

«I tuoi genitovi evano dei cavi, cavissimi amici miei. Il lovo più gvande sogno eva aveve dei figli, ma dopo anni ancova stentava a vealizzavsi; così, dopo molti contvolli, hanno scopevto che tua madve non poteva aveve figli. Oh, che dolove vedevla soffvive a quel modo! Eva caduta in depvessione e io e tuo padve temevamo addivittuva che potesse fave qualche follia. Un giovno è venuta da me e mi ha pvoposto, anzi, mi ha supplicata di davle un figlio. Io ho consultato i miei amati cvistalli e lovo hanno detto di sì.» spiega Amelie.

«Oh mio… Dio.. Tu e mio padre avete…?»

«Oh, no, no, no! Lui mi donava solo il suo spevma duvante il mio peviodo fevtile e io lo iniettavo nella…»

«Va bene, va bene, ho capito!» dice Sibylle mettendo avanti le mani.

«Dopo tve mesi sono vimasta incinta di te. Gli accovdi tva me e i tuoi genitovi evano chiavi: io non ti avvei mai detto nulla o pveteso di



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